E’ una storia scritta da racconti di popolo e leggende, quella sui tartufi.
Chissà cosa sussurra il bosco al trifulau mentre passeggia col suo cane alla ricerca del Tuber…
Bianco, bianchetto, nero, scorzone, rapetto… ogni specie ha il suo albero, il suo profumo, il suo gusto.
Ma se tutti possono mangiarlo, non tutti possono raccoglierlo.
Passione ed esperienza guidano il cercatore di tartufi e il suo cane, in un’unione alchemica impenetrabile, accessibile solo a chi sceglie di mettersi sulle tracce del prezioso – e gustoso – fungo ipogeo.
Come in ogni buona indagine servono tecnica e fiuto. E se il secondo ce lo mette il cane, abilità e conoscenza competono al trifulau.
Raccoglitore di tartufi non ci si improvvisa.
Certo, il talento farà poi la sua parte, ma per praticare la raccolta del prezioso fungo a forma di tubero al di fuori di terreni di proprietà, bisogna partire dalla teoria, come si fa con la patente di guida: sostenuto l’esame di idoneità e ottenuto il tesserino, si passa alla pratica.
L’inesperienza può arrecare danno all’ambiente, mentre la raccolta selvaggia rischia di compromettere il settore, con conseguenze anche per il consumatore.
La ricerca e la raccolta di tartufi (normata dalla Legge 752 del 16 dicembre 1985 che prevede precisi ruoli per Regioni ed enti subordinati, stabilendone anche regole comuni) è consentita, infatti, solo a chi è in possesso di un tesserino di idoneità.
Il testo legislativo prevede norme da seguire, ma anche sanzioni per chi le trasgredisce.
La ricerca e la raccolta
Prima di poter raccogliere questo desiderato e profumato frutto della terra bisogna conoscere la biologia, le varie specie, le modalità di ricerca e le norme che regolano il settore.
Per il rilascio, la vidimazione dei tesserini abilitativi alla raccolta dei tartufi e i relativi esami occorre rivolgersi agli Uffici Territoriali Regionali (Urt) della Provincia di residenza.
Utr, Province, Enti gestori dei parchi e le Comunità montane per facilitare il superamento dell’esame – vengono in genere organizzate più sessioni in un anno – organizzano anche d’intesa, corsi di preparazione per acquisire nozioni base. Per accedere basta aver compiuto 14 anni.
Clicca qui per accedere a tutte le informazioni per la modalità di rilascio e rinnovo tesserini di idoneità presso gli UTR
Il cane, un bene prezioso
Appresi i rudimenti del mestiere, e ottenuto il tesserino, non resta che farsi affiancare per la ricerca del prezioso bottino dal migliore amico dell’uomo, il cane. Addestrato o da addestrare (soluzione preferibile).
Un tempo questo compito era affidato ai maiali, animali dall’olfatto raffinato. Peccato per la loro voracità e l’indisciplina nel raspare il terreno. Difficile trattenerli, lasciavano vistosi danni.
Grandi appassionati di tartufi, non c’è che dire, ma motivati soprattutto dalla voglia di mangiarli. Trovavano sempre la “pepita”. Peccato, però, che se la trangugiassero anche.
Fu così che la legge n.752 del 1985 (attualmente in fase di revisione) mise il suino in pensione su tutto il territorio nazionale (escluse le tartufaie private e chiuse al pubblico), aprendo la strada ai cani – ai quali del tartufo, invece, poco importa – per svolgere quel tipo di delicata operazione.
Il calendario di raccolta dei tartufi per la stagione 2020-2021 definisce i tempi e luoghi per ogni specie di cui è autorizzato il prelievo.
Si può andare a caccia di tartufi tutto l’anno, con una pausa tra fine aprile e metà maggio.
Il calendario regionale limitata a 9 le specie di cui è permessa la raccolta e il commercio, riservando la raccolta delle altre esclusivamente a scopi didattico – scientifici.
In Regione Lombardia il quantitativo permesso non può superare il peso di un chilogrammo al giorno per persona, fatta salva la raccolta di un unico esemplare di peso superiore.
E’ il bosco, bellezza! E il tartufo è la sua gemma preziosa
La caccia al tartufo è un rito intriso di pazienza e rispetto, accompagnato dal meglio che la natura offre tra colori sorprendenti, profumi e rumori dei boschi. Competenza, legalità, deontologia e – aggiungiamo – una buona dose di empatia completano le competenze per muoversi con accortezza da un terreno all’altro, evitando di percorrere insistentemente la stessa strada o lo stesso sentiero.
Per saperne di più scarica il Manuale del ricercatore di tartufi
(Regione Lombardia anno 2009)