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Nella Valle dei segni, una storia che …. lascia il segno

Ma i semi sono invisibili. Dormono tutti nel segreto della terra finché a uno di loro non piglia il ghiribizzo di svegliarsi. Allora si stiracchia e fa spuntare timidamente verso il sole uno splendido, innocuo germoglio.
(Antoine de Saint-Exupéry)

Idee, fantasia e metodo. I territori verticali italiani a lungo spopolati, negli ultimi anni stanno vivendo, lentamente ma prograssivamente, una nuova stagione di rilancio.
Come in Valle camonica (Al Camònega, in dialetto camuno). Una tra le valli più estese d’Italia, nel cuore delle Alpi Centrali in Lombardia.
Un territorio in grado di offrire non solo una grande ricchezza paesaggistica e culturale.  Merito soprattutto a giovani motivati e preparati che investono tempo ed energie per ripopolare in maniera significativa pezzi di valle.
Lo dimostra anche la storia e l’esperienza di “Bèpete Bam” che ci porta a Malonno, piccola località nel cuore della Valle. È qui che nel 2012 un gruppo di ragazzi inizia a produrre birra in casa, all’epoca un hobby abbastanza popolare.
Presto, però, l’hobby cede il passo non solo alla volontà di realizzare birre per aprire un micro-birrificio, ma anche ad un desiderio ben più forte: ridare vita al territorio, agli antichi usi ed alle tradizioni che si sono un po’ persi negli anni, provando a produrre birre con cereali a km zero.

© ph. Bèpete BAM

Nel giro di qualche anno il desiderio si trasforma in un progetto concreto che vede tra i suoi fondatori Matteo Calzaferri, una laurea in ingegneria meccanica in tasca e un forte legame per la terra natìa.
Il primo passo è stato il recupero di piccoli appezzamenti sparsi sul territorio comunale per re-introdurre la coltivazione di cereali presenti più di cinquant’anni fa, ormai scomparsi. Un obiettivo che comporta anche grandi sforzi fisici, visto che l’impervia posizione dei terreni li rende spesso irraggiungibili con macchinari ed attrezzature ingombranti.

© ph. Bèpete BAM

Gli studi e le ricerche sul posto (realizzati grazie anche alla preziosa collaborazione degli anziani del paese), portano Matteo ed i suoi collaboratori a recuperare una quantità di semi d’orzo distico, in passato coltivato in un paese limitrofo.
Dopo anni di meticoloso lavoro e tanta tenacia, lo scorso anno si è finalmente arrivati ad una discreta quantità di semi (circa 5 kg). Verranno seminati la prossima primavera, con l’auspicio di avere, nel giro di un paio di anni, un quantitativo sufficiente di orzo per poter iniziare ad introdurre il cereale coltivato, in almeno una delle birre in linea (il malto d’orzo è tra le materie prime fondamentali nel processo di birrificazione n.d.r.)
Nel 2016 Matteo ed i suoi soci, Alex ed Eugenio, battezzano il progetto “Bèpete BAM”, con il chiaro intento di legare il progetto al territorio camuno. Il termine Bèpete nasce infatti dall’unione degli scütüm (i nomignoli) degli abitanti delle località di Malonno, i “Bène”, (la bèna era un’antica slitta utilizzata per il trasporto di merci e persone in Valle) e di Lava, frazione di Malonno, chiamati i Petè (i pettegoli). L’acronimo BAM sta invece per Birra Artigianale Malonnese.

© ph. Bèpete BAM

Nel febbraio del 2019 il già ambizioso progetto, si arricchisce di un nuovo tassello: insieme alla compagna Federica, Matteo fonda l’Azienda agricola Magnì. In meno di due anni, arrivano ad avere in gestione 6000 m² di terreno: una cifra che può sembrare di poco conto, per chi non sa cosa significhi lavorare terreni marginali in montagna.
Terreni ad oggi coltivati con cereali alpini (segale, frumento, mais e grano saraceno) con tecniche di agricoltura naturale di montagna, senza l’utilizzo né di pesticidi né di fertilizzanti sintetici. Cereali che consentono di ottenere la quantità sufficiente di materia prima non maltata già presente nelle birre Bèpete.
Birre la cui produzione è per ora affidata ad un birrificio esterno, che riesce a garantire la qualità di prodotto desiderata, sviluppando le idee di Matteo e soci, e che consente di lasciar loro maggior tempo da dedicare alla sperimentazione di nuove ricette e al perfezionamento di quelle esistenti.
Nemmeno la pandemia ha fermato sogni e progetti di questi giovani camuni: per il prossimo anno, è già in cantiere l’apertura di un laboratorio per trasformare i cereali coltivati in farina, da rivendere inizialmente agli abitanti locali.  L’idea è quella di continuare la ricerca e il recupero di varietà locali di cereali storicamente coltivate e in parallelo sperimentare la tecnica del miglioramento genetico partecipativo, metodo che, con la semina nello stesso campo di diverse varietà del medesimo cereale, permette un aumento della biodiversità ed un’evoluzione continua del miscuglio.

© ph. Bèpete BAM

Il desiderio è, dunque, di poter offrire prodotti locali sì, ma fortemente di nicchia difficili da reperire altrove.
Un esempio è il Bèna’s Bar dove è anche possibile mangiare i piatti preparati con materie prime di produttori locali, alcune acquistabili  anche all’interno del bar dove è allestito un piccolo mercato in cui sono presento anche tutte le birre a marchio Bèpete BAM.

© ph. Bèpete BAM

Quattro le birre in linea che si possono assaggiare: Ale Formet con frumento non maltato, Mountain Running Beer a base di segale, Formentuna che, diversamente da quanto si possa pensare è a base di grano saraceno e la Barolda, in stile pale ale.
“Sperimentare e creare nuove opportunità per il futuro, ripartendo dalla scoperta di tradizioni ed usi passati, senza mai dimenticare dove affondano le proprie radici” è il messaggio lanciato dai ragazzi del Bèpete. Molto significativo. Soprattutto in tempi come questi che hanno visto vacillare molte certezze; un insegnamento che vale da monito non solo per i giovani.

 

Malonno, via Nazionale 101
sito: www.benasmalonno.it

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