Ispirazioni. Le patate, elemento povero della nostra cucina, vengono rappresentate nelle opere dei più grandi artisti di tutte le epoche. Prima che la povertà diventasse un tema da imprimere sulla tela fu l’Arcimboldo a realizzare le prime opere. Ma uno dei quadri più famosi nella storia dell’arte è il dipinto “I mangiatori di patate”, di Vincent van Gogh (1853-1890), realizzato nel 1885 e conservato nelle sale del Museo Van Gogh di Amsterdam. Uno dei quadri più conosciuti del pittore olandese quando ancora non era affermato. Attratto dalla vita contadina, dai valori umani e morali che questa incarna, influenzato da Millet che per primo raffigurò i contadini e le loro fatiche, segnando un cambiamento nell’arte del XIX secolo.
Van Gogh una volta deciso di intraprendere la carriera d’artista decise di restituire dignità a lavoratori e contadini, rappresentandoli nei suoi quadri. Per farlo nel migliore dei modi decise di visitare le case del villaggio di Nuenen e dipingere gli agricoltori alle prese con le attività del quotidiano: dall’intreccio di cesti alla pelatura delle patate ecc. Fu così che nel 1885 realizzò I mangiatori di patate: un’interpretazione fredda, impietosa della realtà, distante dall’idillio romantico rappresentato da pittori come Millet e Jozef Israels.
Nel novembre 1882 Van Gogh cominciò a realizzare dei disegni di individui per descrivere una serie di personaggi della classe operaia. Egli amava essere il “pittore dei contadini”, per trasmettere un sentimento profondo di realismo, con obiettività.
Per rappresentare l’essenza della vita dei contadini e il loro spirito, van Gogh visse come uno di loro, andando nei campi, sopportando come loro le intemperie per lunghe ore.
Altre opere: Contadini che seminano patate (1885), Contadine che raccolgono patate (1885), Natura morta con cesto e patate (1885), Natura morta con patate e tegame (1885) e a concludere Piatto di portata con patate (1888).