LA SALINIZZAZIONE DEL SUOLO, UN FENOMENO SCONOSCIUTO
Tutti abbiamo memoria di immagini di una crosta bianca sulla superficie terrestre. È un fenomeno che deriva dai sali naturalmente presenti nel suolo e nell’acqua. Essi costituiscono una importante fonte di minerali capace di supportare ecosistemi equilibrati. Invece, quando la loro presenza deriva da processi come la siccità, oppure da attività antropiche, in particolare l’irrigazione, e magari si accumulano in eccesso, possono condurre a spaccature nel terreno. Si parla allora di salinizzazione, uno dei più gravi problemi globali della produzione agricola, della sicurezza alimentare e dello sviluppo sostenibile.
Riduzione della produttività agricola, della qualità dell’acqua, della biodiversità del suolo e la sua erosione: sono gravissimi gli impatti sul suolo aggredito dal sale. Inoltre, quando un terreno è saturo di sale ha una minor capacità di filtrare gli inquinanti e riduce sia la capacità delle colture di assorbire acqua sia la disponibilità di micronutrienti.
Con più di 424 milioni di ettari di terriccio (fino a 30 cm di profondità) e 833 milioni di ettari di sottosuolo (da 30 a 100 cm) danneggiati dal sale sul pianeta, principalmente nelle regioni aride e semi-aride, la Food Administration Organisation ha istituito nel 2013 il 5 dicembre come Giornata Mondiale del Suolo, per promuovere la funzione sostanziale ricoperta dal terreno nello sviluppo e nel mantenimento della vita sul nostro pianeta. Quest’anno, in occasione della anche detta World Soil Day, la F.A.O. ha focalizzato la sua campagna sull’importanza di mantenere ecosistemi sani attraverso la protezione del suolo, affrontando le diverse sfide e incoraggiando le Nazioni a preservarne la conservazione.
Se il 37% dei terreni aggrediti dal sale si trova nei deserti e il 27% è distribuito nelle steppe aride, non bisogna dimenticare che tra il 60 e il 70% dei suoli europei versa in un cattivo stato di salute o affronta una condizione di degrado, perfino di desertificazione. Secondo la Commissione Europea, ogni anno, a causa dell’erosione, si perde circa un miliardo di tonnellate di suolo. Un fenomeno che deriva in gran parte dalle pratiche agricole intensive.
In Italia, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) stima in 100 metri quadrati la perdita di suolo ogni minuto. Una situazione che le filiere sperano di contenere anche grazie alla tecnologia nell’ambito dell’agricoltura di precisione, l’utilizzo di droni nei campi, la georeferenziazione, o la distribuzione di sensori di terra.
Non dimentichiamo poi che il suolo è anche il più grande serbatoio di carbonio sulla Terra, e la sua conservazione permette all’intero ecosistema di adattarsi ai sempre più frequenti cambiamenti climatici. Anche dal suolo dipende la nostra vita!
Guarda qui per il Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Rapporto 2021