Con il mese di gennaio, siamo entrati nel pieno della stagione invernale con tutte le sue specialità e i suoi forti colori.
Frutta, verdura e non solo… Protagonisti di questo mese sono ancora gli agrumi (guarda qui), le varietà di cavolo (guarda qui per la specialità bresciana che nasce sui ronchi), Kiwi (guarda qui), ma anche le barbabietole e tra le specialità di acqua dolce da portare in tavola come il Luccio, un pesce molto apprezzato dal punto di vista nutrizionale.
LA BARBABIETOLA o RAPA ROSSA
Sono ortaggi semplici, per millenni base dell’alimentazione contadina, merito della loro conservazione. Tra le radici commestibili anche la rapa rossa, o barbabietola, di cui si consumano foglie e radici.
Il filosofo scrittore Plinio il Vecchio classificava le rape come terzo prodotto dell’agricoltura, dopo vino e frumento.
Anche se disponibile tutto l’anno, è consigliabile consumare questo ortaggio durante l’inverno, perché è più facile trovare rape più saporite e gustose, tenere e fresche. Un alimento perfetto da introdurre nella dieta alimentare perché è ricco di vitamina C, acido folico, fosforo e fibre. Contiene anche vitamina B6, calcio, manganese e potassio. In più aiuta a contrastare la malinconia e a depurare il fegato. Un toccasana dopo queste feste fatte di aperitivi e cene!
In cucina purtroppo è spesso sottovalutata, ma la barbabietola non solo può dare colore alla tavola, anche sapore. Ha un gusto dolciastro, che ben si sposa con condimenti aciduli o salati. Sul mercato si trovano barbabietole già cotte al forno, da sbucciare e pronte per essere condite, ma per mantenere tutte le proprietà nutrizionali andrebbero consumate crude in insalata o al vapore. È un ingrediente perfetto anche per ottimi risotti, e creme.
IL LUCCIO
La popolazione dei pesci di acqua dolce, spesso non valorizzati a dovere in Italia, è molto varia e trova da sempre molto impiego nella cucina lombarda, anche per quanto riguarda la tradizione gastronomica bresciana (guarda qui il videoraconto).
Il luccio, ad esempio, è un pesce d’acqua dolce diffuso soprattutto nei laghi di Iseo e del Garda, ed è noto per le sue carni gustose e pregiate, ricche di proteine ad alto valore nutrizionale. È reperibile quasi in tutti i mesi dell’anno.
Le qualità delle sue carni, è strettamente collegata al tipo di habitat in cui è inserito. La carne del luccio è tenera e magra, pochissime sono le calorie, molti i sali minerali – tra cui potassio e fosforo – e le vitamine. Purtroppo, però, l’apporto di colesterolo associato al consumo di luccio non è trascurabile ed è necessario tenerne conto quando si decide di mangiarlo. La cottura preferita è quella in bianco, lessato o condito. Ha molte lische, ma facilmente eliminabili a forma di Y.
Il cosiglio: quando lo acquistate verificate che le carni siano compatte, l’odore acuto ma gradevole, l’occhio vivo e le branche rosso carico. In frigorifero fresco si conserva non oltre un paio di giorni, circa 3 mesi invece nel freezer.
Noi lo valorizzeremo preparando un’antica ricetta che arriva dalle sponde del Lago di Garda il “Luccio alla Portesina”. Un piatto semplice ricco di storia e gustoso, tramandato a noi dalle famiglie di pescatori di Portese, frazione di San Felice del Benaco (Bs) piatto bandiera del paese lacustre. Ogni famiglia ovviamente ha la sua ricetta ma col tempo si è riusciti un po’ a codificarne ingredienti e procedimento. Facile da realizzare la ricetta l’ha preparata per noi Barbara Salandini, gardesana doc e chef della Trattoria “La Cascina in città”. Ecco clicca qui per seguire passo passo la golosa ricetta!