Garantire l’equilibrio ittico del Lago di Garda e per preservare una specie d’acqua dolce, molto apprezzata in cucina, come il pesce persico reale.
Questo l’obiettivo che da qualche anno vede impegnati i volontari dell’Unione Pescatori Bresciani (Upbs) – coadiuvati dai pescatori di professione e da volontari del Club Pescatori del Benaco di Manerba in collaborazione con le guardie ittiche volontarie – nel progetto U.P.BS. Operazione Nursery Persico Reale Lago Di Garda.
Fondamentalmente si tratta della posa di 24 gabbie, e numerose fascine, nei fondali del Lago di Garda, dislocate in dodici punti nel medio lago non troppo distanti dalla riva, tra porto Torchio a Manerba e la zona di San Felice.
È una sorta di «nursery» per gli avannotti di persico ma che permette di proteggere anche le uova non solo dopo la loro schiusa.
Un progetto nuovo per un rito antico che permettere alle femmine di riprodursi creando le condizioni necessarie affinché gli avannotti del pesce persico reale, specie alloctona e pregiata del Benaco, trovino il loro habitat al riparato dai predatori, ad esempio i lucci, per poter crescere.
Un metodo che va a supporto dell’opera di ripopolamento ittico del lago già svolto dall’incubatoio regionale di Desenzano.
Ecco alcuni momenti del progetto immortalati dall’ U.P.BS. a sostegno della frega del persico reale la posa delle Fascine e Cupole sul fondo del lago.
«È un’antica tradizione lacustre, importantissima per preservare una specie ittica dal grande valore commerciale.
Un grande ringraziamento a tutti i nostri volontari e Guardie Ittiche volontarie di U.P. BS., – dice il vicepresidente di Upbs Germano Bana che spera di poter esportare il progetto su tutti i laghi bresciani guarda qui il video dell’intervista e della messa a dimora delle gabbie – un grazie anche ai volontari del Club Pescatori del Benaco di Manerba e ai volontari di Upsdg. Un doveroso ringraziamento va anche a Regione Lombardia, agli uffici di UTR Brescia e ai sub che monitoreranno nei prossimi mesi l’andamento della deposizione dei nastri di uova nelle strutture posizionate sul fondo del lago». L’associazione non si ferma è ha già nuovi obiettivi per il ripopolamento del pesce d’acqua dolce come il nuovo e innovativo incubatorio ittico realizzato nell’ex canile a Orzinuovi (Bs), nato con il sostegno di Regione Lombardia, Consorzio dell’Oglio e il Comune di Orzinuovi, per ripopolare tutte le specie autoctone di pesci bianchi, in particolare quelli del fiume Oglio.
U.P.BS. – UNIONE PESCATORI BRESCIANI
Un unione di pescatori che parte da lontano. Le Associazioni e i soci che fanno parte di U.P.BS. da oltre 30 anni, sono protagonisti e svolgono attività legate al mondo della pesca sul territorio della provincia di Brescia e della Lombardia, oggi dopo oltre quattro anni dalla sua nascita U.P.BS., rappresenta per tanti pescatori un punto d’incontro e di riferimento.
L’associazione è riconosciuta ufficialmente da Regione Lombardia quale “Associazione Piscatoria Dilettantistica Qualificata” con D.d.s. del 13 giugno 2017 n. 6963, U.P.BS. ed è nata proprio per dare voce a tutti i pescatori dilettanti, ricreativi e sportivi che vogliono contribuire alla tutela ed all’incremento del patrimonio ittico della provincia di Brescia e della Regione Lombardia, per offrire a tutti la possibilità di poter pescare in acque gestite direttamente dai pescatori che vivono quotidianamente il proprio territorio.
Oggi l’U.P.BS gestisce sei incubatoi della provincia bresciana e due regionali Desenzano del Garda e Clusane di Iseo che apportano un notevole quantitativo di aiuto in termini di pesci e avannotti.
GLI INCUBATOI ITTICI BRESCIANI. UN PO’ DI STORIA
Per mantenere e migliorare la qualità, ma anche la quantità di pesce nei nostri bacini un importante compito è svolto dagli incubatoi, impianti di itticoltura dove si allevano e riproducono i pesci. Tra le specie di acqua dolce la palma di specie più allevata è contesa da tre specie: trota iridea, carpa ma anche lucci, persici e coregoni. I primi incubatoi nel bresciano vennero promossi fin dal 1887 dalla Stazione di Piscicoltura, diventata poi dal 1921 Stabilimento Ittiogenico, e raggiunsero una capacità di circa 1.500.000 uova di trote per ciclo. Secondo quanto riportato dall’enciclopedia bresciana di mons. Antonio Fappani “per potenziare la pesca vennero creati fin da tempi molto antichi appositi allevamenti in monasteri e ville. Agli allevamenti vennero destinati fiumi e anche laghetti montani. Promossi nei modi più diversi, sorsero incubatoi ittici come quelli di Anfo (1901), di Campione (1902), di Sulzano e di Barbarano di Salò, di Sirmione, di Desenzano, di Temù, di Manerbio, di Portese, di Gardone Riviera… Da essi partirono intensi sforzi per il ripopolamento dei laghi bresciani la cui tutela fu appannaggio dal 1927 del Consorzio lombardo per la tutela della pesca“.