Con un balzo record del 15% negli acquisti del 2020 le vere star del carrello nel tempo del covid sono le uova tradizionalmente protagoniste della Pasqua degli italiani, non solo dei bresciani.
Con l’aumento della domanda diventa perciò sempre più importante saper interpretare l’etichetta impressa sul guscio delle uova, perché è la vera e propria carta d’identità di questo alimento. L’etichettatura delle uova destinate al consumo diretto è obbligatoria e non è lasciata alla discrezione del produttore (Regolamento CE 2295 del 2003).
Saper leggere l’etichetta significa saper classificare le uova in base alla modalità di allevamento, alla qualità o alla categoria, alle dimensioni, alla tracciabilità, il punto di partenza importante da cui far dipendre l’acquisto delle uova che non deve basarsi solo sulla freschezza, ma anche sulla sostenibilità ambientale e sul benessere animale.
Come leggere, dunque, l’etichetta delle uova?
Sulla confezione è riportata la taglia e la scadenza dell’uovo mentre le prime cifre indicate nell’etichettatura del guscio, risultano le informazioni più importanti e facilmente comprensibili al consumatore.
Indicano la tipologia di allevamento da cui provengono le uova e la nazione di origine ( “IT” – Italia). Le cifre successive indicano il codice ISTAT del comune in cui si trova l’allevamento, la siglia della provincia, infine il codice che identifica l’allevatore.
TIPO DI ALLEVAMENTO
È il primo numero che appare sulla sigla impressa sull’uovo, come distinguere le varie classificazioni lo spiega ADOC (Associazione Difesa Orientamento Consumatori).
0 – Uova da allevamento biologico: Nell’allevamento biologico, le galline devono disporre di un’ampia zona di pascolo e di stagni. Il mangime somministrato a queste galline deve essere esclusivamente di origine biologica. In questo allevamento, l’uso di additivi per favorire la crescita, amminoacidi sintetici, mangimi modificati geneticamente e farine di pesce è severamente vietato. I pulcini devono essi stessi provenire da allevamenti biologici.
1 – Uova da allevamento all’aperto: le galline per alcune ore al giorno possono razzolare in un ambiente esterno, solitamente protetto e controllato per ragioni sanitarie e le uova vengono deposte sul terreno o nei nidi. Le galline hanno a disposizione un ricovero coperto e un’area di pascolo. Per ogni ettaro a cielo aperto possono essere tenuti un massimo di 2.500 polli: si ha cioè una superficie per singolo animale che tocca i 4 m². Non vi sono vincoli circa la tipologia di mangimi, pertanto queste galline possono essere alimentate con sostante chimiche per favorire la deposizione delle uova, farine di pesce e altro.
2 – Uova da allevamento a terra: le galline vengono allevate in un capannone dove possono muoversi all’interno di esso con una stima sette galline per metro quadro. La deposizione delle uova avviene in nidi comuni, non vi sono vincoli sul tipo di mangime da somministrare alle galline.
3 – Uova da allevamento nelle gabbie: le galline vengono allevate in un ambiente confinato, depongono le uova direttamente in una macchina preposta alla raccolta. Stando alla normativa D.lgs 267/2003, un allevamento intensivo garantisce comunque le condizioni minime di benessere di un animale avicolo. Le gabbie o batterie, sono realizzate con fili di ferro, sono alte 40 cm e dispongono di una superficie di 750 cm². Le galline sono chiuse in gabbia, in grossi capanni dove viene usata luce artificiale per stimolare la deposizione delle uova.
Le sigle appena indicate sono obbligatorie su ciascun uovo, mentre nelle confezioni va apposta obbligatoriamente la dicitura per intero.
LA FRESCHEZZA
In base alla freschezza le uova vengono classificate:
Categoria A extra. Uova freschissime, non trattate e non refrigerate, con camera d’aria non superiore a 4 mm, commercializzabili fino al nono giorno dalla deposizione (o al settimo giorno dall’imballaggio); trascorso tale periodo perdono la qualificazione di “extra” e possono essere commercializzate con il solo riferimento alla categoria A;
Categoria A. Uova fresche, non trattate e non refrigerate, con camera d’aria non superiore a 6 mm; il termine minimo di conservazione riportato in etichetta è calcolato in 28 giorni dalla data di deposizione;
Categoria B. Uova di “seconda qualità”, non destinate al consumo diretto, ma destinate soltanto all’industria alimentare o non alimentare.
LA TAGLIA
Il peso delle uova dipende dal tipo di gallina e vengono così classificate:
XL – Grandissime: dai 73 grammi in su
L – Grandi: dai 63 ai 73 grammi circa
M – Medie: dai 53 ai 63 grammi circa
S – Piccole: meno di 53 grammi
Se desiderate approfondire l’argomento vi segnaliamo l’opuscolo realizzato dal Ministero della salute in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna “Ecco perchè mangi uova sicure” uno strumento corretto sul piano scientifico e di semplice lettura a tutti i consumatori.