Esistono musei di ogni tipo, ma questo è particolare per davvero è il Museo dello Spiedo.
L’unico in tutta la provincia di Brescia a raccogliere e presentare solo ed esclusivamente gli strumenti di cottura che nei secoli sono stati utilizzati per preparare questo piatto. Perché se è vero che il palato dei bresciani conosce bene la magia dello spiedo, non tutti invece l’evoluzione nel tempo dello strumento per cucinarlo.
Lacuna colmata, ora, da questo museo allestito nel Comune di Prevalle, in provincia di Brescia, nelle ex scuderie di Palazzo Morani.
Un’esposizione originale che rende onore al made in Italy, ma soprattutto al made in Brescia, perché è la Leonessa d’Italia più che tante altre città a legare la sua storia e la sua cultura a questa pratica di cottura e a questa specialità gastronomica.
A pensarci è stata la Ferraboli, storica azienda bresciana leader nella produzione di spiedi e barbecue in Italia e nel mondo, che a partire dal 1964 proprio a questo macchinario lega la sua fortuna imprenditoriale.
Ci sono voluti alcuni anni prima che prendesse vita grazie all’impegno dei Fratelli Ferraboli (Eraldo, Mario e Mimma) che hanno contribuito alla ricerca, restauro e conservazione di molti pezzi. Esposti però solo i migliori e i più rappresentativi. Tutti datati.
Alcuni davvero interessanti.
LA MACCHINA
“Un tempo molto lontano bastava un lungo ramo, dove infilzare la carne, appoggiarlo sopra due rami biforcuti e lo spiedo era fatto – scrive Marino Marini sul numero 109 Invervo 2011 di AB Atlante Bresciano – con la scoperta del ferro e della sua lavorazione, dove noi bresciani siamo maestri, si usarono lance e bacchette di ogni tipo.
Oggi ci sono macchinari molto sofisticati che attorno ad un lungo perno centrale fanno girare 4,6 perfino 10 bacchette”
Sostanzialmente i metodi di cottura sono tre: lo spiedo libero davanti al camino, dove brucia la legna; all’aperto con un letto di braci prodotte altrove; nel tamburo chiuso con le braci prodotte altrove.”
Lo spiedo all’aperto è composto di un perno centrale su cui vengono messi gli schidioni (caricati con le prese), un motore per far ruotare il perno centrale, e la leccarda, grande recipiente per raccogliere il burro e il grasso di cottura.
Lo spiedo al chiuso anzichè essere messo davanti al camino ha all’intorno una copertura, il tamburo, all’interno del quale vengono messe le braci e le carni da cuocere. Il tamburo è una sorta di forno all’interno del quale rimane il calore delle braci.
Oggi ci sono macchinari molto sofisticati che attorno ad un lungo perno centrale fanno girare 4,6 perfino 10 bacchette”
Ma il girarrosto è anche il marchio di fabbrica della Ferraboli, simbolo di brescianità e del made in Italy come raccontato nella videostoria del mese di ottobre dedicata allo spiedo, tra i cimeli di famiglia che arricchiscono la collezione prevallese una macchina ancora funzionante degli anni 70’ realizzata dal fondatore della dinastia imprenditoriale dei Ferraboli, Eraldo detto “il maestro artigiano”.
Al genio “meccanico” di Mario Ferraboli si deve invece l‘invenzione della raggiera satellite un’intuzione che ha cambiato il modo di fare lo spiedo nel mondo. Grazie a questa invenzione la lancia su cui è infilzata la carne compie insieme il movimento di rotazione e rivoluzione per una cottura perfetta. Prima di allora avveniva tutto a mano!
«Dare vita a questo progetto – dice Mimma Ferraboli anima commerciale dell’Azienda – significa contribuire a salvaguardare un’importante testimonianza di cultura industriale e mantenere viva la memoria storica di uno dei piatti più amati della cucina popolare bresciana».
CONTATTI
Museo dello Spiedo c/o Ferraboli
Via Industriale, 27
25120 – Prevalle (BS)
sito: www.museodellospiedo.it
LO SPIEDO BRESCIANO A PUNTATE
Lo spiedo bresciano nella tradizione della famiglia Ferraboli.
Guarda gli episodi a puntate di “Lo spiedo di Gigi” che vi guiderà passo passo nella preparazione a casa di questa gustosa ghiottoneria .