Un elogio alla sostenibilità camuna

Più di 50 le forme di formaggio presenti alla prima edizione del concorso “Fiormaggi” nato per valorizzare i migliori prodotti caseari delle malghe e degli alpeggi della Valle Camonica, per far conoscere ai consumatori l’agricoltura e l’allevamento sostenibile.
Organizzato da PromAzioni360 e Associazione Darfense Agricoltori, con il coordinamento di Slow Food Valle Camonica, la gara si è svolta nell’ottobre scorso presso il palazzo congressi Boario Fiere a Darfo Boario Terme.

 

La giuria tecnica ha valutato i 53 formaggi camuni presentati, tutti prodotti col latte munto da vacche allevate nelle malghe di montagna. I membri, tutti di altissimo livello, erano Elio Ghisalberti de Le guide de L’Espresso, gli chef Gian Carlo Morelli e Michele Valotti, poi Roberto Barbieri e Biagio Primiceri di Slow Food e Guido Calvi, direttore del Parco dell’Adamello e agronomo.

 

I formaggi e produttori premiati
Nella categoria “Casolet” è stata premiata la Casera di Gianico di Sonia Spagnoli. Il premio per gli “Affinati” è andato a Melissa Sacellini dell’Azienda agricola Le Saiotte di Berzo Inferiore, mentre l’Azienda agricola Salvetti di Losine ha vinto entrambe le categorie “Ricotta stagionata” e “Formaggella”. Le sorelle Bettoni dell’Azienda agricola Prestello di Prestine hanno vinto per il miglior “Silter”. Il miglior “Nostrano fresco” è stato presentato da Martino Furloni di Breno.
Last but not leastAndrea Bezzi di Ponte di Legno ha ricevuto un doppio premio sia come migliore “Nostrano stagionato”, che come “Coup de coeur” per il suo formaggio Silter.
Un’altra menzione speciale da segnalare: la partecipazione di Nicola Botticchio dell’Azienda agricola Marta Andreoli di Artogne che a 16 anni è stato il casaro più giovane del concorso.

Anche per la valorizzazione della tecnica tradizionale di lavorazione del prodotto senza compromessi per la sicurezza alimentare e con un ridotto impatto sull’ambiente, “Fiormaggi” è decisamente un festival che ha celebrato la sostenibilità!

Lo sapevi che la Valle Camonica conosciuta in tutto il mondo per le sue incisioni rupestri, patrimonio Unesco dal 1979, insieme all’alto Sebino è considerata un importante presidio anche per la produzione di latte. Con i suoi 1.360 kilometri è una delle zone più estese delle Alpi centrali. Qui 6.500 bovini pascolano e producono ogni anno 33 mila tonnellate di latte e grazie alle sue  2.800 specie di fiori censite, la più alta concentrazione botanica d’Europa, nel 2018 l’Unesco ha nominato questo territorio “Riserva della Biosfera”.

 

 

 

Condividi l'articolo