Bottiglia e vasetto, riciclo perfetto! Una rima semplice, ma efficace.
A scuola, negli anni Ottanta, le maestre insegnavano ai bambini e alle bambine delle elementari come riutilizzare una bottiglia di vetro. Eravamo un po’ tutti dei piccoli artisti in erba, qualcuno poi lo è diventato davvero, altri invece si sono persi per strada.
Ma quelle bottiglie con disegni fantasiosi e colori sgargianti, in qualche casa resistono al tempo: usate come soprammobili o dimenticate in cantina. Eravamo agli albori del riciclo, pratica oggi molto diffusa e, per alcuni, diventata anche una professione.
IL RICICLO CREATIVO IN CUCINA
Oggigiorno chi ha un po’ d’ingegno può fare grandi cose, anche in cucina.
Il riciclo creativo può evitare deprecabili sprechi alimentari e un consumismo sfrenato. Il vetro si presta a moltissimi (ri)utilizzi.
Finito il vasetto di marmellata lo si può lavare per bene e avviarlo a nuova vita: contenitore di spezie, caramelle o frutta secca, porta candele, centro tavola, giusto per fare qualche esempio. Oppure, previa sterilizzazione, può tornare a contenere confetture fatte in casa, sottaceti, una variegata e gustosa giardiniera. E quante volte abbiamo visto, in locali chic o alternativi, vasetti in vetro utilizzati per servire insalate, centrifughe, cocktail o dessert?
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Per chi non ha inventiva, o tempo da dedicare al riciclo, resta solo la spazzatura. In questo caso andrà scrupolosamente rispettata la raccolta differenziata con tutte le sue regole. Il vetro è un materiale che può rispondere appieno alle esigenze di un’economia circolare: è riciclabile quasi al 100% e per infinite volte senza alcuna alterazione della sua qualità. Alla base del recupero della materia c’è un altro motivo importante: gli oggetti fatti in vetro ci mettono moltissimo tempo a decomporsi e a sparire del tutto. Per questo non vanno abbandonati nell’ambiente ma differenziati e riciclati con cura.
LE COSE DA SAPERE: Differenziare, sì. Ma dove lo butto?
Quante volte ci siamo fatti questa domanda davanti alle “campane” verdi e ai bidoncini per la raccolta che, da qualche anno a questa parte, stanno lì a guardarci sperando che la lezione sia ormai imparata. Invece no, c’è ancora molto da “studiare”.
Dove butto il vasetto delle olive? E la bottiglia di vino, il vaso di fiori che si rompe, i piatti in ceramica, i bicchieri o la pirofila finiti in frantumi?
Certo, c’è chi saprebbe rispondere senza esitazioni. Altrettanto vero è che i dubbi serpeggiano considerato che non tutto il vetro è vetro da conferire negli appositi contenitori per la raccolta differenziata e che i “falsi amici” sono in agguato. Dubbi a parte, gli italiani hanno affinato la propria sensibilità verso i temi ambientali e lo dimostrano i numeri dell’ultima decade, con un balzo nella raccolta differenziata di questo materiale a basso impatto ambientale. Ogni anno in Italia vengono prodotti circa 10 miliardi di contenitori in vetro riciclato, con proprietà e caratteristiche identiche a quelli realizzati con materie prime grazie a una sensibilità sempre più spiccata dei cittadini.
SI PUO’ FARE DI PIU’
Ci vuole cuore e ci vuole testa. Differenziare per dare il proprio contributo al rispetto dell’ambiente è sicuramente apprezzabile, però occorre farlo con cognizione per evitare che un gesto fatto con il cuore si trasformi in un costo per la collettività. Quindi sì a bottiglie e vasetti, con l’accorgimento di toglierli da eventuali sacchetti di plastica utilizzati per raccoglierli o trasportarli (e che vanno conferiti nei loro appositi contenitori), separandoli anche da eventuali tappi. Massima attenzione però ai “falsi”, ovvero a quei materiali simili ma non uguali al vetro, che vanno smaltiti diversamente.
I FALSI AMICI DEL VETRO
Sembrano vetro ma non lo sono e, spesso, confondono le idee. Parliamo di materiali come il cristallo, il vetro termico (pyrex) e la ceramica che devono essere separati perché contengono sostanze estranee (nel cristallo il piombo, ad esempio), oppure perché si fondono a temperature più alte e, se mescolati al vetro, rischiano di rimanere come corpi estranei all’interno del prodotto finale, rendendolo molto fragile. Ci sono poi altri materiali “falsi” – spiega la multiutility A2A – che spesso creano dubbi nella raccolta differenziata: lampade e lampadine, tubi al neon, specchi, monitor di Tv e Pc, lastre retinate e inerti vari; tutti rifiuti che non vanno mischiati al vetro per non contaminarlo in modo dannoso per il suo recupero.
– SÌ a bottiglie e vasetti (senza tappo)
– NO a pyrex, piatti e oggetti in ceramica, specchi, lampadine e porcellana
Quindi, chiederete voi, dove butto tazzine rotte, bicchieri, vasi da fiori, specchi, lampadine….insomma, tutti i “falsi amici del vetro”? Nella raccolta indifferenziata e, nel caso siano particolarmente ingombranti, nell’isola ecologica. Per ogni dubbio, è sempre meglio consultare i siti di riferimento per la raccolta differenziata della proprio Comune di residenza.
PERCHE’ RICICLARE
Trasparente, inalterabile e versatile, il vetro rappresenta una risorsa per il consumatore – vista la capacità di conservare perfettamente i cibi – ma anche per l’ambiente, perché si presta a usi e riusi, limitando emissioni di gas serra (Co2), permettendo di risparmiare energia e riducendo al minimo il ricorso alle materie prime vergini, di natura estrattiva (minerali da cava, come sabbia o carbonati) e chimica (soda). Recuperato ogni giorno dai cittadini che si impegnano nella raccolta differenziate, può rinascere con forme e destinazioni d’uso identiche a quelle delle vite precedenti.
Il solo Gruppo A2A recupera ogni anno, attraverso l’impianto A2A Ambiente di Asti, 160 mila tonnellate di vetro. Di queste, oltre il 70% viene recuperato come vetro PAF (pronto al forno) e trasformato in oltre 220 milioni di nuove bottiglie. L’impianto di Asti tratta i rifiuti vetrosi derivanti dalla raccolta differenziata e li trasforma in materia prima seconda (MPS) destinata principalmente allo stabilimento di produzione di manufatti in vetro. Oltre al prodotto per la vetreria, ad Asti vengono anche recuperati rifiuti inerti e metallici avviati a recupero, i primi presso operatori specializzati nella produzione di filtri, materiali per edilizia, sabbia di vetro e i secondi ai consorzi di filiera.
“Senza alcuna perdita di materia o scadimento qualitativo, il vetro può essere riciclato all’infinito” ci spiega il Consorzio per il recupero del vetro (CoReVe) al quale, dal 1997, hanno l’obbligo di aderire i produttori e gli importatori, sia industriali che commerciali, di imballaggi in vetro e, dal 2020, su base volontaria e previo accordo, anche chi recupera e ricicla.
IL RICICLO SPIEGATO CON I NUMERI
Italia paese sempre più virtuoso nella raccolta e riciclo del vetro. Nel 2020, primo anno di pandemia, i cittadini hanno separato 2.396.000 tonnellate di imballaggi in vetro – bottiglie e vasetti – il 2,6% in più rispetto al 2019 che fu, a sua volta, un anno record con il 6,7% in più sul 2018. Complessivamente la raccolta pro capite è passata dai 38,7 kg del 2019 ai 40,4 kg del 2020
Ma CoReVe ci dà ulteriori dati confortanti che riguardano l’avvio al riciclo dei rifiuti di imballaggio. Nel 2020 il tasso di riciclo degli imballaggi di vetro ha raggiunto il 78,6%, con un ulteriore balzo in avanti rispetto al già lusinghiero 77,3% dell’anno precedente. Le quantità riciclate, 2.143.221 tonnellate, registrano infatti un 3,6% in più rispetto al 2019, un tasso di crescita più alto sia delle quantità raccolte che degli imballaggi in vetro immessi al consumo.
“Gli italiani sono tra i cittadini più virtuosi d’Europa per quanto riguarda la raccolta differenziata del vetro e i dati contenuti nel nostro rapporto annuale lo confermano– afferma Gianni Scotti, presidente di CoReVe -. Basti pensare che l’Unione Europea ha fissato come obiettivo di riciclo per il 2030 il 75%. Noi abbiamo superato quel traguardo già due anni fa, grazie all’attenzione crescente degli italiani nei confronti dell’ambiente, ma anche per merito degli sforzi compiuti da una filiera industriale che ha puntato con decisione sull’innovazione e la modernizzazione degli impianti di trattamento”. Traguardo superato, quindi, anche se a detenere il record con tassi di raccolta superiori al 90%, nel 2019, c’erano paesi come Belgio, Finlandia e Svezia.
I BENEFICI AMBIENTALI ED ECONOMICI NEL 2020
Oltre 86 milioni di euro di ricavi per i 7.414 Comuni convenzionati, minori oneri di smaltimento e minor consumo di materie prime (con un risparmio pari a 3,7 milioni di tonnellate): sono questi i benefici economici registrati nel 2020, ai quali vanno collegati gli innegabili vantaggi per l’ambiente grazie al risparmio di energia (equivalente a 2,5 milioni di barili di petrolio) e alla minore immissione di Co2 in atmosfera: 2,2 milioni di tonnellate, pari alle emissioni di circa 1,5 milioni di utilitarie Euro 6 circolanti per un anno, con percorrenza media di 15,000 km. Straordinario!
I COSTI DELLE IMPURITA’
Il rapporto 2021 di CoReVe sulla raccolta differenziata e il riciclo del vetro lancia un allarme: l’innovazione tecnologica degli impianti ha permesso di ridurre lo scarto finale tra il vetro raccolto e quello effettivamente riciclato, ovvero trasformato in nuovi imballaggi, ma la qualità media della raccolta è in calo. Troppi oggetti in ceramica, pyrex e cristallo, soprattutto sacchetti, finiscono nella campana per la raccolta e nei bidoncini destinati al vetro. Scarti che sono un costo per la collettività. Una stima per difetto parla di almeno 48ioni di euro. “E’ come se Valle d’Aosta, Trentino (o Friuli), Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria – spiega ancora Scotti – rinunciassero tutte insieme ad effettuare la raccolta differenziata”.