Tempo di bilanci per la prima edizione del « Brixia Craft Beer experience » evento benefico del bresciano dedicato alla birra artigianale che si è tenuto al Brixia Forum.
Consapevole di dover migliorare diversi aspetti legati all’evento, Gianlugi Lussana, Presidente dell’Associazione Noi per Brescia (ente organizzatore dell’evento) si ritiene nel complesso soddisfatto di questa edizione « zero ».
Il Brixia Craft Beer Experience
Per la prima volta a Brescia è stato coinvolto in maniera massiccia il mondo della birra locale con l’obiettivo di far del bene. Parte del ricavato dell’evento infatti è servito per l’acquisto di un defibrillatore, donato alla sede provinciale della Croce Bianca bresciana.
Ancora una volta la birra abbandona l’habitat a cui siamo abituati associarla (il pub) e diventa veicolo di messaggi importanti: fare beneficienza bevendo è possibile, bere in maniera responsabile è doveroso.
Protagonisti dell’evento birrai ed aiutanti di 12 realtà birrarie artigianali bresciane (birrifici e beer firm), che per due giorni hanno deliziato i visitatori con i loro prodotti e non si sono sottratti alle domande dei più curiosi ed alle interviste tecniche della sottoscritta.
Una piccola rappresentanza di un movimento birrario, ben più strutturato (una quarantina le realtà attive sull’intero territorio bresciano) che seppur sconosciuto ai più, è sempre più in fermento e conta su una quarantina di produttori indipendenti e non.
Al di là della varietà stilistica offerta dai vari produttori, chi ha partecipato all’evento ha avuto la grande opportunità di confrontarsi e conoscere più da vicino chi le birre le produce.
Uno degli aspetti più significativi che riporto è infatti l’atmosfera socializzante e l’interazione che si è creata per tutta la durata del festival.
Scambio di assaggi e momenti di confronto tra colleghi, alcuni dei quali conosciutisi per la prima volta in fiera, che hanno regalato ai consumatori un bellissimo ritratto della birra artigianale bresciana: un movimento birrario bresciano esiste ed è compatto l’intento di farlo conoscere quanto più possibile.
Momenti di condivisione anche quelli che hanno potuto vivere i tanti homebrewers venuti alla fiera per incontrare i propri “idoli”: consigli, suggerimenti, scambi di idee ed assaggi che accorciano sempre di più la distanza tra chi produce in maniera professionale e chi amatorialmente. “E’ molto importante non dimenticarci che anche tutti noi birrai siamo stati e tuttora siamo homebrewers: amiamo sperimentare e non è detto che tutti i tentativi vadano sempre a buon fine! Per questo siamo aperti al confronto e vorremmo tanto creare dei progetti per chi ama fare birra in casa” sottolinea Carlo Sacellini, birraio del Luppoleto Camuno che ha realizzato lo scorso maggio una cotta pubblica in collaborazione con “Homebrewing Experience” (produttori casalinghi molto noti sui social media)
Birrofili e neofiti hanno avuto la possibilità di ritrovare “volti storici” del panorama birrario bresciano: Birrificio Trami, Badef, Curtense, ma anche le “new entries” come Birrificio Riversa, Classe 85, Pool as Tree.
Le quote rosa non sono mancate: mogli di birrai e collaboratrici che sono diventate dei veri e propri pilastri portanti di diverse realtà birrarie: Gemma del Birrificio La Dama, che cura l’aspetto comunicativo/promozionale del birrificio, Lucia che sostiene ed affianca il marito Fabio nella produzione e degustazione delle birre di Pagulinus, Michela “la mente” del birrificio Carpe Diem, Elisa del Birrificio La Martina che si occupa degli eventi e delle relazioni con il pubblico.
Birrificio Riversa ha catturato la mia attenzione per essere l’unico tra i presenti a non rifermentare in bottiglia: una scelta che, a detta del birraio Francesco, consente di regalare maggior pulizia e stabilità nel prodotto.
Nella gamma di birre proposte mi hanno particolarmente incuriosito le rivisitazioni dei grandi classici della tradizione birraria tedesca: la regina delle chiare luppolate a bassa fermentazione (German Pils) e la complessa Doppelbock riadattate alle esigenze del pubblico bresciano. (Speriamo di non aver troppo urtato la sensibilità dei puristi degli stili tedeschi con questa informazione!) Le alte fermentazioni si sono confermate essere le birre preferite dai bresciani (o per lo meno dai loro produttori): un’ampia scelta di Ipa (ed affini), birre belghe ed anche qualche Italian Grape Ale che si è timidamente affacciata al fianco di stili più popolari (segnaliamo la Malmostosa di Birrificio Carpe Diem e le due versioni di Jolly Blue di Curtense: una con mosto franciacortino e l’altra con mosto della cantina Lazzari, Capriano del Colle).
Affascinante ed aromaticamente molto interessante la selezione di erbe aromatiche e spezie scelta da Fabio Chinca, botanico birraio di Pagulinus, che ha realizzato tre birre diverse caratterizzate da altrettante aromatizzazioni: una Red Ipa con aggiunta di rosa canina, una Golden Ale con fiori di sambuco ed una Hoppy Wit arrichita con semi di cumino dei prati, oltre che dal tradizionale zest di mandarino ed arancia dolce.
Il trade union tra birra ed erbe aromatiche sembra stia diventando il nuovo trend del momento: oltre alla realizzazione di birre spiccatamente profumate, c’è chi si è messo al lavoro per usare le stesse erbe aromatiche nella distillazione di liquori legati al mondo birra.
Il camuno “Birrificio La Martina” ha infatti presentato una selezione di gin realizzati con erbe aromatiche e luppolo ed un nuovissimo amaro a base di luppolo cascade.